
Negli anni passati, quando la vita dei contadini era molto dura e misera, il "padrone e sotto" rappresentava una delle poche occasioni per dimenticare i guai, le amarezze, le sofferenze, le ingiustizie e le fatiche della vita, e per ubriacarsi a spese altrui. Molto spesso, quando l'alcol iniziava ad annebbiare le menti, nel gioco venivano proiettate ostilità, invidie e rancori tra i giocatori e si finiva, inevitabilmente, con lo scatenare liti furibonde.
Carlo Levi, nel libro Cristo di è fermato a Eboli ambientato in Lucania durante glia anni '35-'36, scrive: "La passatella è il gioco più comune quaggiù è il gioco dei contadini. Nei giorni di festa, nelle lunghe sere d’inverno, essi si trovano nelle grotte del vino, a giocarla. Ma spesso finisce male; se non sempre a coltellate come quel giorno, in litigi e baruffe. La passatella, più che un gioco, è un torneo di oratoria contadina, dove si sfogano, in interminabili giri di parole, tutti i rancori, gli odi, le rivendicazioni represse. Con una partita breve di carte si determina un vincitore, che è il Re della passatella, e un suo aiutante. Il Re è il padrone della bottiglia, che tutti hanno pagato; e riempie i bicchieri a questo e a quello, secondo il suo arbitrio, lasciando a bocca asciutta chi gli pare, l’aiutante offre i bicchieri, e ha diritto di veto: può cioè impedire a chi si appresta a bere di portare il bicchiere alle labbra. Sia il Re che l’aiutante debbono giustificare il loro volere e il loro veto, e lo fanno, in contraddittorio, con lunghi discorsi, dove si alternano l’ironia e le passioni represse. Qualche volta il gioco è innocente e si limita allo scherzo di far bere tutto a uno solo, che sopporta male il vino, o di lasciare a secco proprio quello che si sa amarlo di più. Ma il più delle volte, nelle ragioni adottate dal Re e dall’aiutante, si rivelano gli odi e gli interessi, espressi con la lentezza, l’astuzia, la diffidenza e la profonda convinzione dei contadini. Le passatelle e le bottiglie si seguono una all’altra, per delle ore, finché i visi sono accesi per il vino, per il caldo, e per il destarsi delle passioni, aguzzate dall’ironia e appesantite dall’ubriachezza. Se ancora non scoppia la lite, è in tutti l’amarezza delle cose dette, degli affronti subiti”.
La passatella dei contadini lucani descritta da Levi è la passatella dei contadini di ogni paesino meridionale di quegli anni, accomunati dalla medesima condizione di povertà.
Ancora oggi a Guardia Lombardi il "padrone e sotto" è un gioco praticato nei bar, forse come semplice passatempo, con i giocatori seduti ai tavolini ed un contorno di spettatori a godersi lo spettacolo.
Cosa c'è di meglio di un bel tuocco con gli amici al bar? naturalmente senza litigare...impossibile?!?!?!?!?!
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