Presentazione del sito

L’attaccamento alle mie radici e l'amore per la mia terra mi hanno indotto a creare questo sito.

Molto spesso ci si rende conto dell’importanza che riveste il proprio paese d’origine solo se si è “costretti” a vivere lontano. La nostalgia dei momenti vissuti con gli amici di sempre, dei luoghi, degli odori e degli affetti è un sentimento inevitabile, che ti accompagna quotidianamente, con cui devi imparare a convivere.

Purtroppo, Guardia Lombardi non è in grado di offrire tutto ciò di cui un ragazzo ha bisogno, di opportunità per costruirsi un futuro gratificante. Questo aspetto suscita, in chi come me vive lontano, un sentimento di amore/odio verso il paese, di rabbia per non poter cambiare le cose, perché le cose dopo tanti anni non sono cambiate. I nostri nonni sono stati costretti ad andare via e la nostra generazione rivive lo stesso dramma. Noi non partiamo con la valigia di cartone e abbiamo sicuramente prospettive migliori, ma ci portiamo dietro la stessa malinconia per aver lasciato tutto ciò che, nel bene e nel male, ha fatto di noi le persone che siamo. Ci consoliamo solo con l’amara soddisfazione di essere riveriti altrove.

Ho scelto di chiamare il sito guardialombardinelmondo perché Guardia Lombardi non è solo il piccolo paese dell’Irpinia, i suoi confini si estendono a tutto il mondo, ovunque ci sia un guardiese emigrato che lo porta con se nel cuore.

Con questo sito propongo di ripopolare virtualmente Guardia Lombardi; di far rivivere storie, personaggi e luoghi del presente e del passato; di raccogliere testimonianze sull’emigrazione, sul lavoro contadino, sulla vita sociale e su qualsiasi altro aspetto che possa contribuire a mantenere viva la memoria di ciò che il paese è stato e sarà.

Chiunque condividesse lo scopo del sito può inviare il proprio contributo all’indirizzo e-mail guardialombardinelmondo@gmail.com

Come scrive Cesare Pavese, “Un paese ci vuole, non fosse per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.

6 apr 2009

Padrone e sotto: un "torneo di oratoria contadina"


La passatella, a Guardia Lombardi conosciuta meglio come "padrone e sotto", è un gioco di gruppo che trae le sue origini nelle osteria della Roma antica. La posta in gioco è una certa quantità di bevanda alcolica acquistata collettivamente da tutti i partecipanti. Con un veloce gioco di carte si definiscono i due protagonisti, il "padrone" e il "sotto" che, motivando le proprie scelte ed in contraddittorio, distribuiscono le bevute.

Negli anni passati, quando la vita dei contadini era molto dura e misera, il "padrone e sotto" rappresentava una delle poche occasioni per dimenticare i guai, le amarezze, le sofferenze, le ingiustizie e le fatiche della vita, e per ubriacarsi a spese altrui. Molto spesso, quando l'alcol iniziava ad annebbiare le menti, nel gioco venivano proiettate ostilità, invidie e rancori tra i giocatori e si finiva, inevitabilmente, con lo scatenare liti furibonde.

Carlo Levi, nel libro Cristo di è fermato a Eboli ambientato in Lucania durante glia anni '35-'36, scrive: "La passatella è il gioco più comune quaggiù è il gioco dei contadini. Nei giorni di festa, nelle lunghe sere d’inverno, essi si trovano nelle grotte del vino, a giocarla. Ma spesso finisce male; se non sempre a coltellate come quel giorno, in litigi e baruffe. La passatella, più che un gioco, è un torneo di oratoria contadina, dove si sfogano, in interminabili giri di parole, tutti i rancori, gli odi, le rivendicazioni represse. Con una partita breve di carte si determina un vincitore, che è il Re della passatella, e un suo aiutante. Il Re è il padrone della bottiglia, che tutti hanno pagato; e riempie i bicchieri a questo e a quello, secondo il suo arbitrio, lasciando a bocca asciutta chi gli pare, l’aiutante offre i bicchieri, e ha diritto di veto: può cioè impedire a chi si appresta a bere di portare il bicchiere alle labbra. Sia il Re che l’aiutante debbono giustificare il loro volere e il loro veto, e lo fanno, in contraddittorio, con lunghi discorsi, dove si alternano l’ironia e le passioni represse. Qualche volta il gioco è innocente e si limita allo scherzo di far bere tutto a uno solo, che sopporta male il vino, o di lasciare a secco proprio quello che si sa amarlo di più. Ma il più delle volte, nelle ragioni adottate dal Re e dall’aiutante, si rivelano gli odi e gli interessi, espressi con la lentezza, l’astuzia, la diffidenza e la profonda convinzione dei contadini. Le passatelle e le bottiglie si seguono una all’altra, per delle ore, finché i visi sono accesi per il vino, per il caldo, e per il destarsi delle passioni, aguzzate dall’ironia e appesantite dall’ubriachezza. Se ancora non scoppia la lite, è in tutti l’amarezza delle cose dette, degli affronti subiti.

La passatella dei contadini lucani descritta da Levi è la passatella dei contadini di ogni paesino meridionale di quegli anni, accomunati dalla medesima condizione di povertà.

Ancora oggi a Guardia Lombardi il "padrone e sotto" è un gioco praticato nei bar, forse come semplice passatempo, con i giocatori seduti ai tavolini ed un contorno di spettatori a godersi lo spettacolo.

1 commento:

  1. Cosa c'è di meglio di un bel tuocco con gli amici al bar? naturalmente senza litigare...impossibile?!?!?!?!?!

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