Presentazione del sito

L’attaccamento alle mie radici e l'amore per la mia terra mi hanno indotto a creare questo sito.

Molto spesso ci si rende conto dell’importanza che riveste il proprio paese d’origine solo se si è “costretti” a vivere lontano. La nostalgia dei momenti vissuti con gli amici di sempre, dei luoghi, degli odori e degli affetti è un sentimento inevitabile, che ti accompagna quotidianamente, con cui devi imparare a convivere.

Purtroppo, Guardia Lombardi non è in grado di offrire tutto ciò di cui un ragazzo ha bisogno, di opportunità per costruirsi un futuro gratificante. Questo aspetto suscita, in chi come me vive lontano, un sentimento di amore/odio verso il paese, di rabbia per non poter cambiare le cose, perché le cose dopo tanti anni non sono cambiate. I nostri nonni sono stati costretti ad andare via e la nostra generazione rivive lo stesso dramma. Noi non partiamo con la valigia di cartone e abbiamo sicuramente prospettive migliori, ma ci portiamo dietro la stessa malinconia per aver lasciato tutto ciò che, nel bene e nel male, ha fatto di noi le persone che siamo. Ci consoliamo solo con l’amara soddisfazione di essere riveriti altrove.

Ho scelto di chiamare il sito guardialombardinelmondo perché Guardia Lombardi non è solo il piccolo paese dell’Irpinia, i suoi confini si estendono a tutto il mondo, ovunque ci sia un guardiese emigrato che lo porta con se nel cuore.

Con questo sito propongo di ripopolare virtualmente Guardia Lombardi; di far rivivere storie, personaggi e luoghi del presente e del passato; di raccogliere testimonianze sull’emigrazione, sul lavoro contadino, sulla vita sociale e su qualsiasi altro aspetto che possa contribuire a mantenere viva la memoria di ciò che il paese è stato e sarà.

Chiunque condividesse lo scopo del sito può inviare il proprio contributo all’indirizzo e-mail guardialombardinelmondo@gmail.com

Come scrive Cesare Pavese, “Un paese ci vuole, non fosse per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.

24 feb 2009

Le testimonianze dei vinti


Qualche anno fa lessi il libro di Michele Di Biasi, La nuova chiesa di Maria Santissima Incoronata e S. Pietro Apostolo, pubblicato in occasione dell’inaugurazione della chiesa nel 1993, ricostruita dopo il terremoto del 1980 con lo sforzo dei cittadini di Guardia, soprattutto di quelli emigrati.

Fui molto colpito dall’introduzione, che stimolò in me il desiderio di approfondire il passato del mio paese. Soprattutto di quella parte del paese che molto spesso non viene ricordata nei libri, di quella parte anonima e silenziosa che è stata per secoli il caposaldo della nostra comunità.

Così scrive l’autore: “altro elemento importante e fondamentale della nostra società è costituito dalle testimonianze dell’antica civiltà contadina, che andrebbe adeguatamente indagata e valorizzata, facendo conoscere la vecchia struttura agraria con le antiche masserie, i prodotti della terra, l’alimentazione frugale delle generazioni passate, povera ma genuina, i tradizionali lavori agricoli, i costumi, le usanze, i riti propiziatori e la religiosità (…)

Vogliamo dire ai giovani, soprattutto ai giovani della campagna, di essere sempre fieri ed orgogliosi delle loro origini contadine, tenendo presente che la nostra è stata ed è tuttora prevalentemente una comunità socialmente ed economicamente contadina. In loro, più fortunati dei propri avi analfabeti e culturalmente dipendenti da pochi “scolasticamente più dotati”, vogliamo stimolare una consapevole presa di coscienza e il desiderio di conoscenza e approfondimento delle nostre popolazioni, delle piccole-grandi cose che hanno fatto, di ricercare e valorizzare il nostro passato, quale antidoto ad una certa indifferenza, ad una certa disintegrazione delle coscienze provocata dalla civiltà dei consumi e, nelle nostre zone, anche da alcuni perversi effetti finanziari del terremoto (…)

La presente pubblicazione vuole essere anche un omaggio e un meritato e doveroso riconoscimento a tanti nostri concittadini, che per secoli hanno vissuto in queste contrade accompagnati da duro e faticoso lavoro eppure, quando costretti ad emigrare, hanno portato con sé non solo le loro doti di laboriosità ed ingegno ma anche una insopprimibile nostalgia per il luogo di origine (…)

Molti dei nostri emigrati, soprattutto quelli di prima e seconda generazione, non hanno smarrito il senso profondo della loro appartenenza ad una comunità e ad una cultura contadina e quindi delle proprie radici".

Con il passar del tempo, le storie dei poveri, delle persone più deboli, degli invisibili sono inesorabilmente cancellate. Non per questo devono essere considerate insignificanti. Esse racchiudono sentimenti, emozioni, sofferenze, fatiche, solitudine, speranze, delusioni, sconfitte. Il mondo degli umili spesso non ha voce, si tende a ricordare solo le vicende delle "grandi famiglie", di quelle persone che avendo i mezzi, soprattutto economici, hanno potuto emergere e lasciare un segno. I poveri, invece, no. Sono stati troppo impegnati a lottare per la sopravvivenza, a lavorare venti ore al giorno solo per procurarsi un pezzo di pane, sono vissuti nell'ombra e nella semplicità, spesso nell'ignoranza e nell'ingenuità.

"La cultura italiana - scrive Rocco Scotellaro - sconosce la storia autonoma dei contadini, il loro più intimo comportamento culturale e religioso, colto nel suo formarsi e modificarsi presso il singolo protagonista. Chi volesse, pertanto, assumere il singolo contadino come protagonista della sua storia, dovrebbe impostare la ricerca secondo la via più diretta dell'intervista e del racconto autobiografico".

Uno degli obiettivi di questo sito consiste nel raccogliere le testimonianze delle persone di Guardia Lombardi, soprattutto di quelle più anziane. Esse, infatti, rappresentano la memoria storica del paese, la testimonianza di ciò che il paese è stato.

Nuto Revelli, nel libro "Il mondo dei vinti", scrive: "i miei interlocutori più validi sono i vecchi, perchè sanno. I vecchi sono narratori e attori straordinari. Accettano sempre il dialogo, hanno fame di parlare. Quando li incontro per caso mi parlano del vento e della pioggia, della campagna che va a perdere, della miseria antica che era ugualglianza. Con la nostalgia dei vent'anni mi dicono: nella miseria la gente era allegra, cantava. Una fetta di polenta, una manciata di castagne, e venivano su come querce, il lavoro non spaventava".

Secondo me i libri di Revelli "Il mondo dei vinti" e "L'anello forte" ed i suggerimenti di Scotellaro sono la strada da seguire. Occorre raccogliere le testimonianze degli anziani e trascriverle così come sono raccontate senza distorcerle. Occorre salvare le espressioni dialettali più significative. Occorre riscrivere un'altra storia, quella dei vinti.

19 feb 2009

Francesco De Sanctis ringrazia i guardiesi


Francesco De Sanctis nacque a Morra Irpina (oggi Morra De Sanctis) nel 1817. Oltre ad essere ricordato come uno dei più autorevoli scrittori e critici letterari del XIX secolo, De Sanctis è noto anche come politico. Nel corso della sua carriera politica ha ricoperto, tra le altre, le cariche di Governatore della Provincia di Avellino e di Ministro della Pubblica Istruzione.
Nel 1863 partecipò come candidato alle elezioni suppletive, ottenendo il consenso unanime dei cittadini di Guardia Lombardi. A Morra Irpina, invece, ottenne solamente 46 voti voti, pochi rispetto ai 140 del rivale Girolamo Del Balzo.
Per ringraziare i cittadini guardiesi della fiducia e della stima manifestategli, scisse una lettera ed un telegramma all'allora sindaco Francesco Fischetti.
Ecco di seguito i testi della lettera e del telegramma:

Lettera
A' cittadini di Guardia
Il vostro concittadino vi ringrazia

del nobile indirizzo, che conserverà come

cara memoria, e fa caldi auguri di prosperità

alla sua seconda patria, che verrà a visitare dopo l'elezione.



Telegramma
103 sindaco di Santangiolo Lombardi
Ricevuto 8-1-1883 ore 18:45

da S. Giordio a Cremano n. 15 parole 29 8 gennaio ore 16:15

Prego trasmettere telegramma seguente Sindaco Guardia Lombardi

Di Guardia mi rimarrà cara, eterna memoria. Votazione unanime

ha lavate molte vergogne circonvicine contrade native.


Con la lettera, datata 3 gennaio 1883, De Sanctis intende ringraziare i cittadini guardiesi per avergli manifestato l'intenzione di sostenerlo nelle elezioni del 7 gennaio.
Il giorno successivo alle elezioni, De Sanctis ringrazia i guardiesi per la "votazione unanime" ed esprime la delusione per lo scarso risultato ottenuto nel proprio paese natio.

3 feb 2009

I soldi del viaggio per emigrare in America


Verso la fine del 1800, Guardia Lombardi, piccolo paese irpino situato a circa 1000 metri sul livello del mare, si presentava come una “comunità in declino”.

La principale fonte di sostentamento era rappresentata dall’agricoltura, però troppo frazionata e con un livello tecnologico e produttivo insufficiente a garantire una vita dignitosa alla maggior parte delle famiglie che abitavano il paese. La completa assenza di pastorizia aggravava ancora di più la situazione, mettendo a rischio molto spesso la sussistenza di intere famiglie.

L’unica speranza, per questi contadini, di migliorare la propria esistenza era forse rappresentata dall’emigrazione, dal mito delle Americhe. Ed è proprio in questi anni che gli espatri raggiungono i picchi più elevati.

Non poche erano le difficoltà da superare prima di partire: la paura di approdare in una terra sconosciuta, la nostalgia del paese d’origine, il dolore del distacco dalla propria famiglia. Ma le disperate condizioni di vita, la voglia di riscatto e la fame inducevano coraggio.

Superate le difficoltà psicologiche, rimaneva pur sempre l’aspetto economico da risolvere: le spese del viaggio. Occorrevano all’incirca 300 lire ma quasi nessuno disponeva di tale somma. Allora le soluzioni erano due: la “vendita con patto di ricompra” ed il “prestito ad interesse annuo”.

Con la prima, il debitore/emigrante cedeva temporaneamente un pezzo di terra al finanziatore/creditore (spesso rappresentato dal proprietario terriero più benestante), il quale ne poteva disporre a proprio piacimento. Alla scadenza fissata, se il debitore fosse risultato insolvente, cioè se non avesse riscattato il terreno al prezzo pattuito, il creditore avrebbe acquisito la proprietà del terreno. Formalmente, il prezzo di riscatto pattuito era pari al valore di mercato del terreno, mentre gli interessi erano corrisposti sotto forma di libero utilizzo del terreno stesso.

La seconda soluzione, invece, consisteva in un vero e proprio prestito di denaro con corresponsione di interessi monetari.

Con la “vendita” il finanziatore aveva come garanzia il terreno (e spesso il prezzo di riscatto pattuito era superiore al prezzo di mercato del terreno), mentre, il “prestito” poteva indurre il debitore all’insolvenza, qualora fosse emigrato definitivamente e non avesse lasciato familiari in paese.

Nella maggior parte dei casi i debiti sono stati onorati e gli emigranti hanno inviato ulteriore denaro a Guardia Lombardi, affinché le proprie famiglie potessero vivere in una vera e propria casa e comprare terreni sufficienti per condurre una vita dignitosa. Con la speranza, un giorno, di ritornare laddove erano nati, laddove avevano lasciato il loro cuore e la loro anima.

Molte delle informazioni riportate nell’articolo sono contenute nel libro di A. Arru, F. Ramella, L’Italia delle migrazioni interne. Donne, uomini, mobilità in età moderna e contemporanea. Donzelli editore, p. 292 e ss.