"Si narra di un giovane mugnaio che, invaghitosi di una bella e giovane contadinotta, cliente un giorno del suo mulino, le mise gli occhi addosso e, una volta accortosi della sua “disponibilità”, decise…di farle la festa. Con vari pretesti ritardò la molitura del grano, aspettando che arrivassero, complici, le prime ombre della sera. La bella donna partì finalmente con il suo asino carico di profumata farina verso il vicino territorio di Guardia dei Lombardi, sperando in cuor suo che il focoso e ardimentoso giovane “mulinaro”, che non le era certo indifferente, osasse di più e la raggiungesse strada facendo: così fu. Mentre l’asino, col suo prezioso carico, attendeva paziente e tranquillo legato ad un olmo brucando l’erba, i due si “ infrattarono” al chiaro di luna, accompagnati da mille lucciole; la bella e procace campagnola, “ianca e rossa cum’ a na c’rasa”, sebbene regolarmente e felicemente sposata, concesse ben volentieri le sue grazie al giovane mugnaio: i grilli lanciavano i loro cri-cri d’amore ed il malinconico chiuuuu…di un assiolo si perdeva lontano, nella notte serena…In seguito però i parenti di lei lo vennero a sapere ed il marito giurò tremenda vendetta. La cosa però non gli riuscì: il giovane “cornificatore” andava frequentemente a ballare, come tanti ragazzi di Carife, nelle masserie di Guardia dei Lombardi, dove non mancavano certo le belle ragazze, che spesso finivano per sposare proprio un Carifano. Una sera, consapevole dei rischi che correva (le minacce infatti erano già arrivate alle sue orecchie), si presentò al ballo in buona compagnia e uno dei suoi amici aveva addirittura un fucile.Il marito di lei alla fine, “cornuto e mazziato”, dovette sottostare anche agli scherzi che l’allegra compagnia gli riservò durante tutta la serata trascorsa tra “tarantelle” e “batticuli”, cosa nella quale le ragazzone “guardiole” erano incontrastate ed esperte maestre: ci si ritirava a notte fonda a casa con il “lato B” pieno di lividi, causati dalle micidiali e ben assestate “culate” e “ancate”delle ragazze, che fin da piccole apprendevano quest’arte dalle loro mamme e dalle loro nonne".
5 mag 2009
Tradimento al mulino
Sul sito http://www.carife-av.it è riportata la vicenda di un tradimento consumato presso il mulino di Carife. I protagonisti sono una donna guardiese e un giovane mugnaio di Carife. Se la storia sia vera o frutto della fantasia non si sa...
"Si narra di un giovane mugnaio che, invaghitosi di una bella e giovane contadinotta, cliente un giorno del suo mulino, le mise gli occhi addosso e, una volta accortosi della sua “disponibilità”, decise…di farle la festa. Con vari pretesti ritardò la molitura del grano, aspettando che arrivassero, complici, le prime ombre della sera. La bella donna partì finalmente con il suo asino carico di profumata farina verso il vicino territorio di Guardia dei Lombardi, sperando in cuor suo che il focoso e ardimentoso giovane “mulinaro”, che non le era certo indifferente, osasse di più e la raggiungesse strada facendo: così fu. Mentre l’asino, col suo prezioso carico, attendeva paziente e tranquillo legato ad un olmo brucando l’erba, i due si “ infrattarono” al chiaro di luna, accompagnati da mille lucciole; la bella e procace campagnola, “ianca e rossa cum’ a na c’rasa”, sebbene regolarmente e felicemente sposata, concesse ben volentieri le sue grazie al giovane mugnaio: i grilli lanciavano i loro cri-cri d’amore ed il malinconico chiuuuu…di un assiolo si perdeva lontano, nella notte serena…In seguito però i parenti di lei lo vennero a sapere ed il marito giurò tremenda vendetta. La cosa però non gli riuscì: il giovane “cornificatore” andava frequentemente a ballare, come tanti ragazzi di Carife, nelle masserie di Guardia dei Lombardi, dove non mancavano certo le belle ragazze, che spesso finivano per sposare proprio un Carifano. Una sera, consapevole dei rischi che correva (le minacce infatti erano già arrivate alle sue orecchie), si presentò al ballo in buona compagnia e uno dei suoi amici aveva addirittura un fucile.Il marito di lei alla fine, “cornuto e mazziato”, dovette sottostare anche agli scherzi che l’allegra compagnia gli riservò durante tutta la serata trascorsa tra “tarantelle” e “batticuli”, cosa nella quale le ragazzone “guardiole” erano incontrastate ed esperte maestre: ci si ritirava a notte fonda a casa con il “lato B” pieno di lividi, causati dalle micidiali e ben assestate “culate” e “ancate”delle ragazze, che fin da piccole apprendevano quest’arte dalle loro mamme e dalle loro nonne".
"Si narra di un giovane mugnaio che, invaghitosi di una bella e giovane contadinotta, cliente un giorno del suo mulino, le mise gli occhi addosso e, una volta accortosi della sua “disponibilità”, decise…di farle la festa. Con vari pretesti ritardò la molitura del grano, aspettando che arrivassero, complici, le prime ombre della sera. La bella donna partì finalmente con il suo asino carico di profumata farina verso il vicino territorio di Guardia dei Lombardi, sperando in cuor suo che il focoso e ardimentoso giovane “mulinaro”, che non le era certo indifferente, osasse di più e la raggiungesse strada facendo: così fu. Mentre l’asino, col suo prezioso carico, attendeva paziente e tranquillo legato ad un olmo brucando l’erba, i due si “ infrattarono” al chiaro di luna, accompagnati da mille lucciole; la bella e procace campagnola, “ianca e rossa cum’ a na c’rasa”, sebbene regolarmente e felicemente sposata, concesse ben volentieri le sue grazie al giovane mugnaio: i grilli lanciavano i loro cri-cri d’amore ed il malinconico chiuuuu…di un assiolo si perdeva lontano, nella notte serena…In seguito però i parenti di lei lo vennero a sapere ed il marito giurò tremenda vendetta. La cosa però non gli riuscì: il giovane “cornificatore” andava frequentemente a ballare, come tanti ragazzi di Carife, nelle masserie di Guardia dei Lombardi, dove non mancavano certo le belle ragazze, che spesso finivano per sposare proprio un Carifano. Una sera, consapevole dei rischi che correva (le minacce infatti erano già arrivate alle sue orecchie), si presentò al ballo in buona compagnia e uno dei suoi amici aveva addirittura un fucile.Il marito di lei alla fine, “cornuto e mazziato”, dovette sottostare anche agli scherzi che l’allegra compagnia gli riservò durante tutta la serata trascorsa tra “tarantelle” e “batticuli”, cosa nella quale le ragazzone “guardiole” erano incontrastate ed esperte maestre: ci si ritirava a notte fonda a casa con il “lato B” pieno di lividi, causati dalle micidiali e ben assestate “culate” e “ancate”delle ragazze, che fin da piccole apprendevano quest’arte dalle loro mamme e dalle loro nonne".
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